Maurizio Gasparri, arrivando oggi al Quirinale per le consultazionidi rito, deve aver avuto un momento di smarrimento. Davanti alla sua “folla”, più o meno spontanea, si è lasciato prendere dalla foga: “Meglio il popolo delle logge”. Alla sua destra aveva i militanti del Pdl, alla sua sinistra il capo gruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, ovvero l’intestatario della tessera numero 2022 della loggia P2. Ovvero il frequentatore dello stesso club esclusivo che aveva accolto in quegli anni Silvio Berlusconi.
Pochi minuti dopo lo stesso Berlusconi – che di logge se ne intende – appariva stravolto in video, sulla linea a bassa frequenza che collega Palazzo Chigi con i canali nazionali. “L’Italia è il paese che amo”, ha detto citando se stesso. La coda del caimano ha però colpito alla fine: non lascio la politica, ha spiegato.
Di certo lo stralunato Gasparri non voleva riferirsi al suo collega Cicchitto o al suo boss Berlusconi parlando di logge. Pare infatti che tra i peones del Pdl stian girando dispense sull’oscuro potere massonico europeo, sul potere pluto-giudaico e sulla perfida Albione. Roba che La Russa e Gasparri hanno recuperato andando a rovistare negli scatoloni della loro gioventù.
Ed ecco che appare il paradosso di questo complicato e pericoloso momento: i pasdaran di Berlusconi si spacciano per i difensori della nostra libertà, contro le logge e i gruppi segreti.